ARTEMIDE

Dea della caccia, della natura selvaggia, degli animali selvatici e della luna. Viene qui raffigurata da Motta con linee eleganti e leggere. L’arco ne definisce il viso e richiama il legame di sangue con Apollo. Nell’arco esterno la freccia con il cuore è posta in precisa tensione, ad esprimere l’indipendenza e la libertà. Il mito narra che Artemide - così forte, determinata e capace di cure - soccorre la madre durante il parto del suo gemello Apollo. Da sempre dedita a proteggere gli esseri indifesi. Nell’ arco interno invece la tensione è imprecisa, la freccia non può andare a segno, l’artista qui evidenzia il disinteresse della dea verso l’amore degli uomini o degli dei, preferendo la compagnia delle ninfe e soprattutto rifuggendo i legami matrimoniali. I fiori costellano il volto di Artemide che sembra guardare oltre, fiera e libera, immersa nel mistero della natura

DALLA RUGGINE ALL’ANIMA DEI MITI Sculture in ferro riciclato di Motta Piero

In questa potente raccolta scultorea, Motta dà forma a sei divinità dell’Olimpo greco -Dioniso, Afrodite, Apollo, Ade, Artemide e Poseidone - utilizzando esclusivamente vecchi attrezzi riciclati.
Ogni volto emerge da materiali abbandonati, che l’artista trasforma in simboli eterni, capaci di unire il mito classico all’urgenza contemporanea del riuso.

Il ferro, in apparenza rigido e freddo, si presta qui alla sensibilità dell’artista, che lo assembla in forme evocative, emotive e profondamente umane. Le superfici arrugginite diventano sguardi, bocche, espressioni che raccontano storie millenarie e parlano di noi.

Ogni opera è unica, non solo per la tecnica usata, ma per la capacità di far emergere l’anima di ciascuna divinità, attraverso tracce di metalli vissuti, arrugginiti e poi riassemblati.

Con un linguaggio ruvido ma poetico, che contraddistingue Motta, l’artista ci invita a riflettere sul rapporto tra rottame e bellezza.

Lo scultore ha trovato ispirazione dagli appunti per una formazione in Gestalt Counseling sui miti tenuta da Nicole Bosco.

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