APOLLO

Dio del sole, della musica, delle arti e della guarigione, viene qui fedelmente rappresentato con forme lineari e giochi di logica. I bulloni perfettamente avvitati evocano il bisogno di razionalità, di trovare la risposta corretta ad ogni quesito, i dadi sospesi mettono in luce la natura meccanica del pensiero apollineo, come le rondelle mobili che fungono da pallottoliere. Il piedistallo rende la scultura diversa dagli altri dei e dalle altre dee, richiama stabilità, controllo, distacco emotivo e gerarchia. Il viso è un cerchio chiuso, le ciglia sono rigorose nel taglio e se l’occhio sinistro si estende in raggi solari, quello destro sembra esprimere una vita priva di passione, simboleggia il viver male gli imprevisti. In quest’opera l’artista porta quasi all’estremo il limite della razionalità, attraverso una figura elementare, è solo l’occhio destro che tradisce il dio mostrandone forse le paure.

DALLA RUGGINE ALL’ANIMA DEI MITI Sculture in ferro riciclato di Motta Piero

In questa potente raccolta scultorea, Motta dà forma a sei divinità dell’Olimpo greco -Dioniso, Afrodite, Apollo, Ade, Artemide e Poseidone - utilizzando esclusivamente vecchi attrezzi riciclati.
Ogni volto emerge da materiali abbandonati, che l’artista trasforma in simboli eterni, capaci di unire il mito classico all’urgenza contemporanea del riuso.

Il ferro, in apparenza rigido e freddo, si presta qui alla sensibilità dell’artista, che lo assembla in forme evocative, emotive e profondamente umane. Le superfici arrugginite diventano sguardi, bocche, espressioni che raccontano storie millenarie e parlano di noi.

Ogni opera è unica, non solo per la tecnica usata, ma per la capacità di far emergere l’anima di ciascuna divinità, attraverso tracce di metalli vissuti, arrugginiti e poi riassemblati.

Con un linguaggio ruvido ma poetico, che contraddistingue Motta, l’artista ci invita a riflettere sul rapporto tra rottame e bellezza.

Lo scultore ha trovato ispirazione dagli appunti per una formazione in Gestalt Counseling sui miti tenuta da Nicole Bosco.

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